Hai lasciato il calcio giocato per iniziare ad allenare, come mai?
“La decisione è maturata l’estate scorsa, quando sono arrivato qui a Chiasso con l’intenzione di iniziare anche un percorso da allenatore. Mi sono messo a disposizione della prima squadra e nel contempo la società mi ha permesso di frequentare i primi corsi. Ora la stagione è finita, tutto è andato per il meglio e da qualche settimana ho voltato pagina”.
Da gennaio sei stato affiancato a Mihaylov per guidare i B1, ora avrai una squadra di Youth League tutta tua con gli Allievi C. Obiettivi?
“Innanzitutto ringrazio la società per la fiducia, non del tutto scontata considerando che sono alla prima vera esperienza, come pure Antonio per avermi fatto da chioccia. L’intenzione con gli Allievi C è quella di creare un gruppo di ragazzi del territorio, di aiutarli a crescere sia a livello umano che a livello calcistico. L’idea di confrontarmi con una squadra tutta mia per la prima volta mi entusiasma, ma il primo vero obiettivo sarà quello di creare un gruppo affiatato, che sta bene insieme e che si diverte. Ritengo queste le basi fondamentali per poter lavorare serenamente e per potersi porre degli obiettivi sportivi. Non vedo l’ora di iniziare”.
Sei un giocatore prettamente tecnico, non a caso hai segnato tanti gol su punizione. Su questi aspetti insisterai anche con i ragazzi?
“Sono dell’idea che le caratteristiche di un giocatore che poi passa alla panchina in qualche modo emergeranno anche nel suo modo di allenare. Dunque sì, non nego che mi piacerebbe curare nel dettaglio i gesti tecnici, come il controllo, il passaggio e il tiro. In fondo sono la base, gli aspetti principali del calcio, che però perdono d’importanza senza una lettura corretta del gioco. Ecco, penso che insisterò particolarmente su questi aspetti, senza dimenticare il divertimento”.
Tante novità nella Youth League… Antonio Mihaylov allenerà gli A, Emanuele Nicastri i B e tu, appunto, i C. Le intenzioni sono chiare…
“Oltre ad avvicinarsi ai ragazzi del territorio, l’idea della società è quella di implementare un’idea di formazione comune a tutti, soprattutto nel calcio a undici. Per riuscirci è fondamentale che tra noi allenatori ci sia uno scambio continuo di idee e opinioni, che possa includere anche Alberto Dorella degli A1 e, perché no, pure Damiano Meroni della prima squadra. Antonio, Emanuele ed io ci conosciamo bene, questo non può che aiutare”.